Bugiarda è la notte quando è pregna del solito via vai, e delle risoluzioni più spontanee, scappatoie da ingenuo. Camminare diventa un movimento a tempo, sulle note di un sax o di una chitarra, e il fuoco scorre dentro arterie sature di veleno. L’amicizia, l’amore, il passato, e le ragioni di tutte quelle promesse gridate al vento. Uomini, donne, abbracci, baci, notti di fuoco sotto il disco argentato, col bicchiere in mano e la risata facile. Dove sono adesso? Dove?
Ma continuo a camminare perché indietro non si torna mai, non è permesso. È una strada a senso unico, un tunnel oscuro con la promessa di una luce in uscita, una falsa promessa, una dannatissima presa per il culo!!
Il tempo lo batto con le scarpe che schiacciano il duro asfalto, umido dell’ultima pioggia d’umori. Un pianto per il cielo e per il cuore, per tutti quelli che sono rimasti indietro, sulla stronza strada della vita.
Cammino da solo, si, e continuo a chiedermi perché? Potevamo camminare insieme… non sarebbe stato meglio per tutti? No? Chi si è fermato per un caffè, chi per un boccone, chi perché’ non gli andava più di camminare… chi ha preso un taxi, un bus, chi invece è ancora ad aspettare imperterrito alla fermata di un tram che non arriverà mai.
Ecco, il tempo sta rallentando. Tutto torna come dovrebbe essere. Il blues ottunde il dolore. Andiamo avanti, che è una bella nottata. Le luci dei lampioni, quelle dei neon dei bar di periferia, le auto che sfrecciano ad intermittenza, una sirena lontana, e lei nel cielo, la solita luna, puttana come sempre.
Camino solo, e mi va bene così. Anzi, non potrei chiedere di meglio.
No, proprio non potrei.
Sulle note di Never Walk Alone di Steve Lukather & Los Lobotomys
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