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THE RIVER OF CONSTANT CHANGE

10 Nov

Avevo sette anni quando ascoltai per la prima volta Firth of Fifth dei Genesis. Credo che quella canzone abbia condizionato pesantemente i miei gusti musicali, e sono sicuro di non essere stato il solo. Otto anni dopo ricercai quel pezzo, e non fu difficile trovarlo perchè ricordavo benissimo la copertina dell’album che mio fratello usava ascoltare quando ero solo un bambino. Il vinile era andato perduto, forse durante un trasloco, e l’era del CD era appena arrivata, così usai i miei risparmi per cercare di fare capo a quella melodia che mi era rimasta così innocentemente nel cuore, cercando di ritrovare la scala dell’assolo di Hackett. A quindici anni riascoltai Selling England by the Pound e mi innamorai dei Genesis.

Una favola forse già sentita. Chi non ha avuto infatti un fratello o dei genitori attraverso i quali ha potuto conoscere i grandi gruppi degli anni ’70. Potrei raccontare la stessa storia per Smoke on the Water dei Deep Purple e Aqualung dei Jethro Tull (in versione live dall’album Second Out). La riflessione mi preme però farla sul “fiume in constante cambiamento”, frase finale del testo di Firth of Fifth, perchè nel frattempo molte cose sono cambiate insieme al “fiume”.

Stando ai ricordi di Peter Gabriel (dalla biografia di Chris Welsh del 1998), il glorioso Selling England by the Pound fu quasi un episodio in sordina, nato sull’onda creativa del periodo Foxtrot. Nonostante il successo che ottenne, Gabriel non sembra conservare dei ricordi particolari del periodo in cui realizzarono il loro quinto album, quello che li consacrò nel tempio del rock progressivo.

In effetti Firth of Fifth fu concepita da Tony Banks già dai tempi della scuola, con un’introduzione di pianoforte molto intricata. Solo nel 1973 venne aggiunto il testo di Gabriel, ed il lungo ed emozionante assolo di chitarra di Hackett. Insomma, non si può parlare propriamente di miracolo creativo, di intesa perfetta, di allineamento cosmico… Si tratta semplicemente di un’idea partita da lontano e poi evolutasi nel più felice dei modi.

Se poi si ascoltano le parole di una delle ultime interviste di Phil Collins sui vecchi Genesis, si rischia di perdere tutta la poesia. Secondo il pelato-talentato batterista-cantante-golfista londinese, a tutti i membri dei Genesis piaceva il soul, ma erano costretti a suonare progressive perchè quella era la moda di allora. Parole forti, che rischiano di incrinare un’epoca. Per quanto mi riguarda, fa bene ad andarsene a giocare a golf, visto che gli manca così tanto!

Eppure a risentirla per l’ennesima volta, a distanza di trent’anni dal primo impatto, riesce ancora ad emozionarmi. L’ascolto insieme ai miei figli, augurandomi che un giorno questa melodia possa far nascere in loro un po’ di curiosità. Mi piace immaginarmeli a sgattaiolare al piano di sopra, dove tengo la collezione di CD (oggetti già obsoleti), e a cercare con avidità tra le vecchie collezioni di prog.

“Eccolo, è questo… l’album con la copertina gialla e l’uomo che dorme sulla panchina…”
“Si, ma adesso con che cosa lo ascoltiamo?”
“Forse in cantina c’è ancora quel vecchio lettore cd di papà…”

Il fiume in costante cambiamento.

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Peter Gabriel – Scratch My Back (2010)

22 Gen

Non un album ufficiale ma un interessantissimo episodio acustico di cover per piano e orchestra, prodotto da Bob Ezrin. Assolutamente da ascoltare questa nuova uscita di Peter Gabriel. Provate a vedere se la trovate qui.

SCRATCH MY BACK
Studio Album, released in 2010

Songs / Tracks Listing
1 “Heroes” (David Bowie)
2 “The Boy in the Bubble” (Paul Simon)
3 “Mirrorball” (Elbow)
4 “Flume” (Bon Iver)
5 “Listening Wind” (Talking Heads)
6 “The Power of the Heart” (Lou Reed)
7 “My Body is a Cage” (Arcade Fire)
8 “The Book of Love” (The Magnetic Fields)
9 “I Think it’s Going to Rain Today” (Randy Newman)
10 “Apres Moi” (Regina Spektor)
11 “Philadelphia” (Neil Young)
12 “Street Spirit” (Radiohead)

Line-up / Musicians
Peter Gabriel.- vocals and piano
Orchestral instruments, no drums and no guitars

I MIGLIORI DISCHI DI ROCK PROGRESSIVO DEGLI ULTIMI 40 ANNI: 1979-1988

20 Set

Qualcuno mi ha fatto notare d’avere le traveggole, e forse solo per non ammettere a me stesso di cavalcare l’onda verso gli “anta”, ho scritto nel precedente articolo, poi corretto, che avrei stilato la classifica degli ultimi 30 anni di  rock progressivo, scordandomi un intero decennio. Ma puó anche essere che mi sia inconsciamente dimenticato il periodo in questione. É risaputo infatti che con l’avvento del punk il rock progressivo venne letteralmente fatto a pezzi.

Nonostante gli anni ottanta abbiano rigettato il barocchismo del genere, l’underground progressivo ha continuato comunque a sfornare album. Questa é la selezione che ho fatto dal 1979 al 1988, rimanendo comunque sui grandi nomi.

1979: The Wall – Pink Floyd

1980: Drama – Yes

1981: Discipline – King Crimson

1982: 4 (Security o Mask) – Peter Gabriel

1983: 90125 – Yes

1984: Grace under pressure – Rush

1985: Misplaced Childhood – Marillion

1986: Gone to earth – David Sylvian

1987: Crest of a knave – Jethro Tull

1988: Spirit of Eden – Talk Talk

Vedi anche: I MIGLIORI DISCHI DI ROCK PROGRESSIVO DEGLI ULTIMI 40 ANNI: 1969-1978

Vedi anche: I MIGLIORI DISCHI DI ROCK PROGRESSIVO DEGLI ULTIMI 40 ANNI: 1989-1998

GENESIS IN CONCERTO 1973

29 Apr

TRE MUSICI CONTRO L’INNOMINABILE

6 Nov

tre-musici-contro-linnominabile

Peter e Daevid fecero un salto a casa di Ian, quella vicino al bosco, quella col porticato di legno e il grande camino in pietra. Il tavolo davanti al fuoco era imbandito di liquori, caramelle e funghetti. Insomma, c’era tutto il necessario per passare una bella serata. Una serata in compagnia…
Calarono le ombre, il fuoco continuava a scoppiettare e i tre sedevano beati a raccontarsi storie. Daevid descrisse mondi impossibili, pieni di fiori e di colori. Ian parlò del bosco e dei suoi mille segreti. Peter invece raccontò un paio di filastrocche senza senso. Gli altri fecero finta di niente perché sapevano che Peter era fatto così. Più unico che raro.
Ma insieme alle ombre calò qualcos’altro, ancora più oscuro e terribile. Complice di Tenebra e di Polvere, egli non ha nome, perché è l’assenza del suono, la rottura della sinfonia. Qualcosa di estremamente diverso dal silenzio, che a volte può diventare musica. L’Innominabile è il vuoto sonoro, il divoratore della vibrazione cosmica, il cospiratore di Entropia.
Il suo approssimarsi è sfuggente, uno sfrigolio nella matrice della realtà, giochi di luce e ombre cinesi. Fu il fuoco che scoppiettava ad avvertire i tre amici. D’un tratto danzò in maniera diversa, proiettò ombre maligne. Digrignò le fauci, azzannò l’aria, urlò. Perché il fuoco parla, a chi è capace di ascoltarlo…
I tre si mossero lenti ma precisi. I funghetti e le chicche erano in circolo, e questo amplificava la sensibilità, ma rallentava i riflessi. Lo scongiuro poteva funzionare solo se avessero unito i loro poteri.
Spostarono il tavolo e le sedie, facendo spazio davanti al camino. Poi ognuno afferrò il suo strumento. Daevid suonava il liuto, Ian il flauto e Peter i tamburi. Qualcuno batté il tempo e, allo scoccare del quarto quarto, fu subito musica…
Esistono luoghi che hanno poco a che fare con la realtà, la scienza, la ragione. Sono i luoghi della fantasia, delineati da menti sensibili e cuori romantici, costruiti su dei castelli d’aria fritta, zucchero filato e caramello. In uno di questi potreste forse trovare il prato in cui si combatté questa straordinaria battaglia. Tre musici contro l’Innominabile divoratore del suono.
Chi vinse? Beh, è ovvio. Vinsero i tre amici. Ma l’Innominabile non è stato sconfitto. Egli vaga ancora nello spazio siderale, infilandosi dentro buchi neri, esplodendo insieme a intere galassie. Egli continua la sua eterna lotta contro la Grande Sinfonia, il disegno che ha dato vita a questo nostro universo.
Finché la musica suonerà, saremo al sicuro. Ma dovete promettermi una cosa…
… non spengete lo stereo. Non spengetelo mai!

AERIBELLA LASTELLE

BIG BLUE BALL

3 Lug

Registrato originariamente negli studi della Real World, in numerose sessioni tra il 1991 e il 1995, Big Blue Ball  vede oggi finalmente la luce. Ottima produzione, sonorità che risentono del periodo tra “Us” e la colonna sonora di “Passion”. Per chi ha amato OVO, sarà sicuramente un album imperdibile. Tantissime le collaborazioni, in classico stile World Music. Ascoltatevi Whole Thing, il pezzo di apertura.

BIG BLUE BALL
Studio Album, released in 2008

Track Listings

1 Whole Thing [Original Mix] 5:27
2 Habibe 7:12
3 Shadow 4:27
4 Altus Silva 6:07
5 Exit Through You 5:52
6 Everything Comes from You 4:42
7 Burn You Up, Burn You Down 4:30
8 Forest 6:16
9 Rivers 5:44
10 Jijy 3:59
11 Big Blue Ball 4:52

Total time 59:18

Line-up/Musicians
Wael Abu Bakr Strings
Justin Adams Guitar, Vocals (bckgr)
Paul Allen Guitar
Reddy Amisi Vocals (bckgr)
Joseph Arthur Guitar, Vocals
Natacha Atlas Vocals
Francis Bebey Flute
Tchad Blake Organ, Bass, Drums, Harmonium,
David Bottrill Engineer
Ronan Browne Uillean Pipes
Laurent Coatalen Bongos
Billy Cobham Drums
Popsy Dixon Vocals (bckgr)
Noël Ekwabi Bass
Adel Eskander Strings
Richard Evans Guitar, Mandolin, Recorder, Engineer
Alexis Faku Bass
Tim Finn Vocals (bckgr)
Peter Gabriel Organ, Bass, Piano, Keyboards, Vocals
Stephen Hague Accordion, Keyboards
Rupert Hine Keyboards
Joji Hirota Percussion, Drums, Chinese Drums
Sherman Holmes Vocals (bckgr)
Wendell Holmes Vocals (bckgr)
Manu Katche Drums
Ged Lynch Drums
James McNally Whistle (Human), Low Whistle
Wendy Melvoin Bass
Marco Migliari Engineer
Levon Minassian Doudouk
Eric Mouquet Piano, Keyboards
Sevara Nazarkhan Vocals (bckgr)
Arona N’diaye Percussion, Djembe, Sabar
Chuck Norman Programming, Drones
Sinéad O’Connor Vocals
Papa Wemba Band Percussion, Conga
Angie Pollock Piano
Hossam Ramzy & His Egyptian Ensemble Strings
Hossam Ramzy Percussion, Drums
Vernon Reid Guitar, Guitar Synth
David Rhodes Guitar
Michel Sanchez Piano, Keyboards
Márta Sebestyén Flute, Vocals
Jules Shear Vocals (bckgr)
Neil Sparkes Percussion, Drums
Karl Wallinger Guitar (Acoustic), Bass,Keyboards,vocals
Papa Wemba Vocals
Andy Lee White Vocals (bckgr)
Jah Wobble Bass
Guo Yue Flute
Hukwe Zawose Vocals