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MARS VOLTA: Tilburg, 7 Dicembre 2009

8 Dic
Mars Volta, Tilburg December 7, 2009

Si spengono le luci, gli sciamani si apprestano ad intonare le parole di un antico arcano, l’incantesimo di due stregoni messicani al servizio del dio del rock… o almeno è questo ciò che tutti ci si aspettano, ricordando le acrobazie di un anno fa…

Invece purtroppo il sortilegio non ha dato i risultati sperati, almeno questa volta. Ancora vivo il ricordo di quelle tre ore sparate a diritto a celebrazione di una album assurdo e bellissimo: Bedlam in Goliath. Sullo stesso palco dello 013 di Tilburg (Olanda) i ragazzi di Los Angeles ieri sera hanno suonato per appena due ore, elargendo solo raramente i brividi di quella lontana performance.

Il vero protagonista e colpevole della serata è stato il raffreddore di Cedric, che lo ha condannato a sputare, masticare mentine e bere ettolitri di tè per tutta la durata del concerto. Chi conosce questa band sa che il sortilegio può funzionare solamente se la voce di Cedric è in grado di dialogare con le corde della chitarra di Omar. I Mars Volta sono essenzialmente questo, una formidabile tenzone tra due sciamani che si combattono a suon di urla e schitarrate.

Mars Volta

Cedric e la medicina dello sciamano

Nella scaletta ridotta al minimo trovano posto alcune delle perle dell’ultimo melodioso album, come la ZeppelianaSince we’ve been wrong, l’intrigante Teflon e la potente Cotopaxi. Alla fine ci regalano anche The Widow, una mezza sorpresa dato che lo scorso anno non era in scaletta. Difficile però godersi lo spettacolo. Cedric stecca di continuo, la gola stride, abbandona i passaggi alti e quando ti lasci trascinare dalla canzone ti scopri ad impuntare i piedi e a digrignare i denti. Nel tè che gli servono di continuo sul palco ci sono sicuramente delle erbe magiche, di quelle che usano solitamente gli sciamani come loro, ma la pozione non dà i risultati sperati.

C’è solo il tempo per una fugace battuta, che personalmente ho apprezzato molto. Forse riferendosi proprio a quel raffreddore di cui era vittima, Cedric ha criticato quei volantini che sono sparsi un po’ in tutta Olanda per la prevenzione dell’influenza suina, affermando che il virus non viene dal Messico ma è molto più probabile che sia stato prodotto dagli odiati USA. Grande Cedric!!!!

Nonostante la mezza delusione per la performance, rimangono comunque dei grandissimi. Questa volta sono riuscito a immortalarli in un piccolo reportage dagli spalti. Buona visione (link).

CRYPTOMNESIA – El Grupo Nuevo de Omar Rodriguez Lopez

12 Ago

cryptomnesia_front

Per chi ha trovato l’ultimo lavoro dei Mars Volta Octahedron un po’ lento (io non riesco a smettere di ascoltarlo!) vorrei consigliare l’ultima produzione di mister Omar Rodriguez-Lopez, il folle chitarrista che ogni tanto se ne esce con un progetto nuovo.

El Grupo Nuevo de Omar Rodriguez Lopez è però qualcosa di diverso. Prima di tutto in otto pezzi su 11 appare il mitico Cedric, compagno di avventure dai tempi del lontano De-loused in the Comatorium, voce travolgente e carismatica dei Mars Volta. Sono presenti inoltre Zach Hill (HELLA) alla batteria, Jonathan Hischke (HELLA) al synth bass e Juan Alderete de la Peña (THE MARS VOLTA) al bass guitar.
Inoltre, pur avendo un approccio sempre da “progetto” più che dal album vero e proprio, propone delle valide divagazioni marsvoltiane. Quindi, per gli amanti della band, potrebbe sicuramente valere l’ascolto.

L’album fu registrato nel 2006, subito dopo l’uscita di Amputecthure, ed è poi stato accantonato in attesa delle parti vocali di Cedric Zavala che sono state aggiunte solo nel 2008. Il cd è uscito lo scorso maggio. Qualcosa lo potete ascoltare sulla pagina myspace di Rodriguez. Altrimenti scaricatevelo, o se siete bravi compratevelo!:;)

Cryptomnesia Tracklist

1.TUBERCULOIDS
2.HALF KLEPTOS
3.CRYPTOMNESIA
4.THEY’RE COMING TO GET YOU, BARBARA
5.PUNY HUMANS 6.SHAKE IS FOR 8TH GRADERS
7.NOIR
8.PAPER CUNTS
9.ELDERLY PAIR BEATEN WITH HAMMER
10.WARREN OATES
11.FUCK YOUR MOUTH

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QUATTRO DISCHI UNO PIÚ BELLO DELL’ALTRO

12 Giu

Sono usciti, non ancora ufficialmente certo, ma in rete si trovano tutti e quattro. Parlo dei più attesi album del panorama progressivo di quest’anno, anche se altri ne arriveranno dopo l’estate. Ne ho già parlato in alcuni articoli precedenti. L’euforica attesa è finita, e come succede sempre più spesso, non occorre attendere la data annunciata per ascoltare le nuove avventure dei propri paladini del rock. Qualche anno fa c’era da scandalizzarsi, oggi invece è ordinaria amministrazione, e di sicuro la migliore pubblicità per una band.

Se si leggono i commenti sui vari torrent o forum su cui è possibile scaricare gli album, ci si accorge che, almeno all’apparenza, molti utenti hanno intenzione di mettere mano al portafoglio per acquistare, una volta uscita, l’opera originale. Spesso sono gli stessi trackers che invitano gli utenti a supportare la band, andando ai concerti oppure acquistando la merchandise. Questo è quel che è, e dire se sia giusto o sbagliato è completamente irrilevante, perché esiste, funziona e la gente lo fa. Semplice.

Quindi andatevi a trovare questi quattro capolavori. Octahedron dei Mars Volta, sognante e melodico, sulla scia della vecchia The Widow per intenderci. Dopo due album devastanti come Amputhecture e Goliath, la band californiana torna con un disco struggente. Ascoltatevi  le litanie di Since We’ve Been Wrong (vedi sopra) o With Twilight As My Guide. Roba da brividi (ascolta il resto dell’album qui).

Act III: Life & Death è il terzo capitolo dell’opera rock divisa in sei parti dei Dear Hunter, band di post-hardcore con derivazioni progressive di Boston, al momento una delle mie preferite. Magnifiche le punte melodiche di pezzi come What It Means to Be Alone o di Father. Il disco, come i precedenti, ricorda un musical più che un classico concept di stampo progressivo.

Impeccabili come al solito i Dream Theater, che rischiano però di diventare prevedibili. Questo Black Clouds & Silver Linings é l’ennesimo episodio di progressive metal da catalogare. Niente di nuovo ma sempre una grande emozione per gli amanti del genere. Il pezzo più importante è sicuramente la lunghissima The Count of Tuscany, una canzone ispirata da un episodio poco piacevole avvenuto a al chitarrista Petrucci durante un soggiorno in Toscana. Più interessanti le cover in studio tra le quali spicca la magnifica Stargazer dei Rainbow.

Rimanendo nel genere con Anno Domini High Definition dei Riverside, band polacca a metà strada tra i Dream Theater e i Porcupine Tree. Splendido anche questo nuovo episodio del quale vorrei ricordare Egoist Hedonist, un pezzo potente con curiose parti di fiati ed escalations progressive.

Trovate questi quattro dischi e sparateveli nel vostro I-pod. Poi, con calma, pensate a comprarli, che alla fine dei giochi il pezzo di plastica confezionato da sempre una bella soddisfazione. Ma più importante, andateli a vedere se passano dalla vostra città. Sicuramente il miglior modo per apprezzarli e gratificarli.

Buon ascolto!