È stato annunciato ufficialmente poche ore fa, attraverso lo splendido documentario sulle audizioni per il nuovo drummer, il sostituto di Mike Portnoy. Mike Mangini ha lavorato con Steve Vai e con gli Extreme. Un ottima scelta direi, e un ottimo modo per presentarlo ai fan.
SILENZIO ASSOLUTO SULLE NUOVE USCITE… MA NON SU TUTTE
27 AprLa discrezione sembra sia diventata il nuovo talento dei musicisti, o almeno di alcuni di questi. È ammirevole l’impegno che viene messo nel nascondere fino all’ultimo i contenuti di un nuovo album, se si pensa che viviamo in un mondo in cui l’informazione circola alla velocità della luce. Mi domando come abbiano fatto ad esempio i Dream Theater a tenere segreto il nome del nuovo batterista (e ancora oggi non si sa chi è!), nonostante sia già stato registrato il nuovo album e la band si stia preparando per il tour. Anche sul nuovo disco non si sa assolutamente nulla…
Riguardo proprio ai Dream Theater, ritengo che abbiano fatto un piccolo capolavoro proponendo questa sorta di “talent show” basato sulle audizioni del nuovo drummer, messo su youtube dalla label Roadrunners Records. Un’idea geniale, realizzata davvero bene (vedi il primo episodio qui sopra) per coinvolgere i fan piangenti per la dipartita di Portnoy a partecipare fin da subito al nuovo corso della storica band newyorchese.
Anche i Mars Volta, altra band che amo molto, sono sul punto di rilasciare il nuovo album, ma neanche lo storico tastierista Owens ci sa dire qualcosa a riguardo. Sembra che qualsiasi informazione sul sesto lavoro di Omar e Cedric (in versione short-hair) sia praticamente inaccessibile, e ad ogni domanda in proposito i due rispondono prontamente con la loro solita vaghezza. Beh, bravi davvero, se si pensa che la musica era già pronta lo scorso settembre.
Non si può dire lo stesso degli Incubus, che tornano con un nuovo album dopo cinque anni dal loro ultimo Light Grenades. A due mesi dal rilascio di questo attesissimo lavoro, è uscita in rete la versione pirata. Il disco, come ci aveva accennato Mike in una recente intervista, è davvero qualcosa di diverso. Può darsi che la strategia degli Incubus sia totalmente diversa da quella delle altre due band sopra citate. Non sarebbe la prima volta che un artista fa uscire di proposito una copia pirata prima dell’uscita ufficiale dell’album, per una logica di mercato opposta a quella basata sulla curiosità dei fan. Se il disco è buono come sembra, anche se dovrò aspettare due mesi, non credo che mi dispiacerà mettere mano al portafoglio per acquistare una copia autentica di questo bel disco.
CHIUDERE L’ANNO CON A CHANGE OF SEASON
31 DicSto ascoltando questo pezzo mentre le ultime ore del 2010 scorrono via. Credo si una canzone molto adatta alla situazione, la lunga suite dei Dream Theater che ci racconta il tempo del cambiamento… Si tratta forse del momento compositivo più alto della band nei suoi oltre vent’anni di carriera. E proprio i Dream Theater stanno affrontando, adesso più che mai, un grande cambiamento. Tutti sono curiosi di sapere chi prenderà il posto di Mike Portnoy, batterista fondatore del gruppo, e che direzione prenderà la nuova line-up.
Tutto cambia… mentre le stagioni si susseguono una ad una…
Buon Anno!
LE 20 SUITE DI ROCK PROGRESSIVO ASSOLUTAMENTE DA ASCOLTARE
13 GenCome tutti i progger ho sempre avuto una predilezione per quelle composizioni dilatate che nel genere vengono chiamate “Suite”. Alcune di queste canzoni sono dei veri e propri viaggi che vorresti non terminassero mai. Dato che non esiste un paradigma preciso che definisca questo tipo di canzoni (la lunghezza? ma quanto? la divisione in movimenti? e i concept sono anche quelli delle suite?) ho provato semplicemente ad indicare le venti esperienze musicali che amo di piu’ e che ritengo appartenere a questa definizione. Se ne ho lasciate qualcuna fuori non me ne dolete, potrebbero riapparire nel prossimo articolo dedicato ai concept. Inoltre ho evitato di riportare piu’ di un pezzo per band (altrimenti gli Yes avrebbero preso troppi posti!).
GENESIS – Supper’s Ready
YES – Close to the Edge
I MIGLIORI ALBUM DEL 2009 – The Colony of Slippermen Awards
4 GenDall’esperimento “Colony of Slippermen Awards” ho potuto constatare che gli esperti di musica di mia conoscenza hanno tutti qualcosa in comune, ovvero una contagiosa passione per il revival. Quasi nessuno è stato capace di pescare dal calderone delle nuove uscite l’album dell’anno, e tutti mi hanno confessato di essere presi da roba vecchia, per lo più anni settanta.
Eppure di roba bella ne è uscita quest’anno, almeno secondo il mio punto di vista. Anzi, devo dire che il 2009 è stato davvero una bella sorpresa, soprattutto per quanto riguarda il progressive. Ma andiamo per ordine.
Incominciamo col nominare i sei album progressivi fondamentali di quest’anno, quelli che dovete assolutamente spararvi nel vostro lettore mp3.
1. Blood degli Office Strategic Influence (OSI)
2. Anno Domini High Definition dei Riverside
3. Act III – Life and Death dei Dear Hunter
4. Octahedron dei Mars Volta
5. The Incident dei Porcupine Tree
6. The Whirlwind dei Transatlantic
Tutte grandi produzioni, grandi nomi, grandi ascolti. Forse non troverete niente di nuovo dentro queste opere, ma di sicuro vi solleticheranno i timpani.
Non bisogna poi dimenticare Shadow Gallery, Dream Theater e Beardfish, anche se personalmente ho apprezzato molto di più i sei citati più su. Scostandosi poi sul rock più genuino, come non dimenticare l’ultimo degli Wolfmother “Cosmic Egg” e quello dei folkloristici Big Elf.
Anche per quanto riguarda il panorama italiano mi va di citare un paio nomi; l’ultimo lavoro di Cammeriere, forse non all’altezza del primo gioello e di Sul Sentiero, ma comunque valido e poi la sorpresa di Niccolò Fabi che col suo “Solo un uomo” mi ha regalato momenti davvero piacevoli. Cantautore giovane e di indubbio talento, nella seconda splendida traccia “Attesa inaspettata” è riuscito a farmi ritrovare anche i vecchi Genesis. Un album magnifico!
Passiamo adesso alle recensioni che mi sono arrivate e nel dare la parola a Gherardo e Michele, colgo l’occasione per ringraziarli della collaborazione. Ecco qui i loro personali podi del 2009.
LA TOP THREE di Michele C.
1) “Cosmic Egg” dei Wolfmother
Secondo album per i Wolfmother sicuramente all’altezza (se non addirittura migliore) del precedente che già era fantastico… Questo gruppo, per me, sono la “prova provata” che si sbagliano coloro che sostengono che “oggigiorno l’intera produzione musicale è scadente”!
Ogni brano è a suo modo fulminante e coinvolgente: la voce, i riff di chitarra e i cambi di ritmo rimandano dritti agli anni settanta il tutto però attualizzato con sound più “moderni”…
L’album è immediato: basta un primo assaggio per capire bene di che pasta è fatto e dopo molteplici ascolti si ha la conferma che la prima impressione era quella giusta!!!
…per me al primo posto non potevano esserci altro che loro.
2) “Them Croocked Vultures” dei Them Croocked Vultures
John Paul Jones al Basso, Dave Grohl alla Batteria, Joshua Homme alla chitarra e voce formano un inedito terzetto dalle altissime potenzialità artistiche e il loro disco è all’altezza delle aspettative: un miscuglio di diversi stili e sound che alla fine produce uno splendido album fortemente Rock!
3) “Humbug” degli Arctic Monkey
Questo loro terzo album crea una discontinuità rispetto ai due precedenti… c’è meno dinamica ed energia a favore invece di sound più cupi e ricercati: si percepisce bene l’influenza di Joshua Homme (è il produttore di quasi tutti i pezzi dell’album) che se da una parte aiuta il gruppo a non ripetersi dall’altra rischia di eclissare il loro stile… il risultato finale, secondo me, è comunque eccellente e sopratutto è da apprezzare il tentativo di esplorare percorsi diversi dai precedenti.
Citerei volentieri anche l’ultimo dei Pearl Jam, che a detta di molti è il loro ennesimo album valido, ma purtroppo non ho ancora avuto modo di ascoltarlo in maniera approfondita!
LA TOP THREE di Gherardo D.L.
1) “Black Gives Way To Blue” degli Alice In Chains
In tempi di reunion, molto orientate al fatturato, il ritorno discografico di questi tizi non mi aveva molto colpito. In particolare, vista la fine di Staley mi ero implicitamente ripromesso di non ascoltare più niente, nel caso fosse uscito. Poi mi capita questo CD, per caso, e sono costretto a esultare. Esultare per un prodotto magnifico, in cui la vena “grungesca” non è per niente morta (quindi nessuno parli di trasformazione) e, come per la storia che ha contraddistinto gli AIC, si sposa con un bell’abbrivio di distorsione e onesta ignoranza. Molto, molto gradevole, un songwriting all’altezza dei bei tempi, e non certo le ballate dei Nirvana, quanto, semmai, lo stile eclettico con concessioni heavy dei Soundgarden. Poi basta, perché della scena ’90 di Seattle in realtà non ci capisco una sega, e molti saranno più informati di me. A me piacciono i gioielli come l’unico CD dei My Sister’s Machine, e questo lo dico solo per fare il figo.
2) “Sing Along Songs for the Damned & Delirious” dei Diablo Swing Orchestra
Questi tizi, di cui non so nulla, mi sono tornati in mente perché li hai messi di contorno a uno dei tuoi post su uno dei tuoi diecimila blog. Più che altro, il passaparola su questa band è stato maestoso: ho avuto il loro album dopo che frotte di amici me li segnalavano, al punto di donarmi il CD, copiatissimo. Personalmente, è una band che mi viene a noia dopo 2/3 ascolti. Però in quei 2/3 ascolti, diamine!
Proposta molto originale, e molto profetica. In una scena ormai fatta soltanto di contaminazioni, i Diablo sembrano sussurarti: “Sì, se vuoi, possiamo metalleggiare anche sul jazz caldo”.
A proposito, che cos’è il jazz caldo?
3) “A sangue freddo” del Teatro degli Orrori
Tutti i recensori, eminenti o meno, parlano dei Teatro facendo riferimento alla storia di Capovilla. Una specie di eminenza veneta dell’indie italiano, come se l’indie italiano fosse mai stato agli onori delle cronache. Personalmente, ho avuto la grande occasione di sentire gli One Dimensional Man dal vivo, anni e anni fa, credo che aprissero agli Afterhours. Mi hanno fatto cagare, non ho nessuna remora a dichiararlo. Già si senitva che erano parecchio preparati, questo è vero, ma una formula che dal vivo stentava a decollare. Poi, con qualche trasformazione, arrivano questi Teatro degli Orrori, che invece valgono qualcosa. In particolare questo secondo album, che sposa la poetica urlata e personalissima di Capovilla a (finalmente) qualche riff di impatto. Questa uscita, ad ascoltarla bene, pare meno autoreferenziale della precedente, e regala delle belle soddisfazioni. Consigliata per davvero.
LA TOP THREE di GM Willo
1) “Act 3 – Life and Death” dei The Dear Hunter
Oltre ad essere il perfetto sequel al precedente capolavoro Act II, il nuovo album dei Dear Hunter, band di Boston che ho scoperto un annetto fa e che mi ha completamente devastato, si arricchisce di nuovi interessanti arrangiamenti, come dice anche lo stesso leader Crescenzo in una recente intervista su youtube. La band sta crescendo insieme alle sue ambizioni. Ancora tre album per finire questo mega-concept, in uno strepitoso crescendo di melodia ed emozione. Grandi!!!
2) “Octahedron” dei Mars Volta
Pensatela pure come vi pare ma queste otto perle melodiche, a volte anche stucchevoli, di questo ennesima fatica dei pazzi messicani mi ha letteralmente strapazzato il cuore. Perchè alla fine dei giochi le cose che davvero contano nell’ascolto sono le emozioni, e questo album ne ha da vendere.
3) “Solo un uomo” di Niccolò Fabi
Di nuovo come ho detto più sopra, le emozioni in prima linea. Se devo ricordarmi il 2009 attraverso la musica devo per forza metterci quest’album, che presenta comunque molte caratteristiche progressive.
A questo punto dovremo incoronare il vincitore, ma siccome io non ho mai amato le classifiche, chiuderò questo primo “Colony of Slippermen Awards” con una bel super-a-pari-merito. Perchè l’importante è seguire il ritmo, cavalcare la melodia e tuffarsi nel sound, non credete anche voi?
Buon ascolto a tutti!!!!
I 20 MIGLIORI ALBUM DELL’ULTIMA DECADE SECONDO PORTNOY
20 DicMentre si aspettano le charts dei collaboratori di “Colony of Slippermen” per il 2009, ecco qui sotto una personalissima classifica del grande Mike Portnoy, batterista e autore dei Dream Theater. I venti album più belli della prima decade degli anni 2000 e le 10 migliori canzoni.
ALBUM
1. Muse – Absolution
2. Bigelf – Cheat The Gallows
3. Opeth – Blackwater Park *
4. Spock’s Beard – Snow
5. The Flaming Lips – At War With The Mystics
6. Endochine – Day Two
7. Beardfish – Sleeping In Traffic Pts 1&2
8. Metallica – Death Magnetic
9. Lamb Of God – Ashes Of The Wake
10. Peter Gabriel – Up
11. Between The Buried & Me – Colors
12. Machine Head – The Blackening
13. Wilco – Yankee Hotel Foxtrot
14. Slipknot – Vol 3: The Subliminal Verses
15. Pain Of Salvation – Remedy Lane
16. Coldplay – A Rush Of Blood To The Head
17. King Crimson – The Power To Believe
18. Weezer – Green Album
19. Porcupine Tree – Fear Of A Blank Planet
20. Mastodon – Crack The Skye
SONGS
1. Opeth – “The Baying Of The Hounds”
2. Spock’s Beard – “The Great Nothing”
3. Beck – “Lonesome Tears”
4. The Flaming Lips – “Do You Realize?”
5. Sixx AM – “Accidents Can Happen”
6. Keane – “Bedshaped”
7. Mastodon – “Capillarian Crest”
8. Muse – “Stockholm Syndrome”
9. Dillinger Escape Plan – “When Good Dogs Do Bad Things”
10. Bigelf – “Counting Sheep”