Come tutti i progger ho sempre avuto una predilezione per quelle composizioni dilatate che nel genere vengono chiamate “Suite”. Alcune di queste canzoni sono dei veri e propri viaggi che vorresti non terminassero mai. Dato che non esiste un paradigma preciso che definisca questo tipo di canzoni (la lunghezza? ma quanto? la divisione in movimenti? e i concept sono anche quelli delle suite?) ho provato semplicemente ad indicare le venti esperienze musicali che amo di piu’ e che ritengo appartenere a questa definizione. Se ne ho lasciate qualcuna fuori non me ne dolete, potrebbero riapparire nel prossimo articolo dedicato ai concept. Inoltre ho evitato di riportare piu’ di un pezzo per band (altrimenti gli Yes avrebbero preso troppi posti!).
E siamo arrivati agli anni novanta, decennio che ha visto rinascere il genere progressive grazie soprattutto al metal, ma non solo. Importantissima la corrente scandinava, attivissima ancora oggi. Sonoritá che rimangono nell’underground ma che anno dopo anno richiamano sempre piú nuovi e vecchi fan.
Questi i dischi che, secondo me, meritano la medaglia d’oro, anno per anno.
I Beardfish si formano nel 2000 in Svezia. Ai fondatori (il chitarrista David Zackrisson e il cantante-chitarrista-tasterista Rikard Sjöblom) si affiancano il bassista Robert Hansen e il batterista Magnus Östgren. Il primo album viene registrato con la collaborazione di Stefan Aronsson alle tastiere e al flauto. Le influenze sono chiare: Zappa, King Crimson e Gentle Giant.
A distanza di otto anni dalla loro nascita, i Bearfish si affermano come una delle realtà più importanti del panorama progressive mondiale. La continuazione del concept Sleeping with the traffic, che giá aveva entusiasmato l’anno scorso, è un autentico capolavoro. Registrato nel periodo natalizio in un rifugio sperduto nei boschi svedesi, questo disco è quasi un omaggio ad ogni precedente interpretazione del genere. Proprio quando ti sembra che assomigli a un vecchio lavoro dei Genesis, diventa qualcosa di Zappiano. Mentre la tastiera fa il verso ai Giant, subentra un riff che ti riconduce al presente. Nessuno sbalzo di umori. Un opera liscia che diventa il preludio all’apoteosi: la titletrack che sfonda i 35 minuti. Un appassionante viaggio nel pianeta Prog.
Consigliatissimo!
Track Listings
1. As The Sun Sets (1:13)
2. Into The Night (8:52)
3. The Hunter (5:57)
4. South Of The Border (7:43)
5. Cashflow (6:08 )
6. The Downward Spiral/Chimay (7.10)
7. Sleeping In Traffic (35.44)
8. Sunrise Again (1.37)
Total Time: 74:24
Line-up/Musicians
– Rikard Sjöblom / vocals, keyboards
– David Zackrisson / guitars
– Robert Hansen / bass
– Magnus Östgren / drums
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