É morto venerdì scorso in California, all’età di 69 anni, Captain Beefheart, uno dei musicisti più geniali e influenti del panorama rock degli anni Sessanta e Settanta. Famosa la sua collaborazione con Frank Zappa.
“Ciao, come va?”
“Non c’è male, e te?”
“Bene… ma dimmi, cosa ne pensi di questo Mike Portnoy che lascia i Dream Theater?”
“Cosa?”
“Ma come, non lo sai? È più di un mese ormai…”
“No, non sapevo niente… ma guarda un po’…”
Insomma, è andata proprio così. Nonostante i feeds della Roadrunner Records e di altri network musicali, la super-notizia della dipartita di Mike Portnoy, batterista e fondatore dei Dream Theater, mi era proprio sfuggita. In principio non volevo nemmeno parlarne, fare finta di niente per non fare brutta figura, ma poi ho pensato “ma chi se ne frega!”, tanto questo non è un giornale di informazione, ma solo una delle tante lavagne di pixel per sfogarsi.
Musicalmente sono cresciuto insieme ai Dream Theater, come molti altri progghettari degli anni ’90, eppure non posso definirmi davvero un fan. Ora che ci penso, non credo possa definirmi fan di nessuna band. Non sono il tipo che sta male se un bel gruppo si scioglie, o si accanisce con la schiuma alla bocca se l’ultimo album della band del cuore suona da schifo. Prendo la musica come un dono, specialmente oggi che siamo nell’era del peer-to-peer. Venti anni fa mi toccava a comprare dieci dischi per trovarne uno decente. Oggi invece, prima di andare al negozio, prendo le dovute precauzioni.
Fino a Six Degrees of Inner Turbulence il “Teatro dei Sogni” mi ha sempre entusiasmato, poi qualcosa è cambiato, e non è stata certo la loro musica. Consolidando la loro posizione di dominatori indiscussi della scena progressive metal, i Dream Theater hanno continuato a sfornare, nell’arco di tutto il primo decennio del nuovo millennio, album di altissimo livello tecnico, senza però mai osare qualcosa di nuovo. A cambiare sono stato io, i miei gusti musicali, per essere più precisi. Continuo a seguirli, più per simpatia che per altro, ma i tempi di Metropolis e di A Change of Season sono molto lontani.
Quindi, che dire di questa uscita di scena del grande Portnoy? Forse era inevitabile. Lui, con tutti i suoi progetti paralleli, impegnato sempre su nuovi fronti… voleva un anno di break e la band non gliel’ha concesso. Ognuno deve aver avuto le sue ragioni, perciò non poteva che andare a finire così. I Dream Theater stanno scegliendo il nuovo batterista, poi a gennaio inizieranno a registrare il nuovo album, che sono sicuro non si discosterà molto dai precedenti. E la vita va avanti, i riff ci fanno da colonna sonora, e piatti e rullanti scandiscono il tempo delle nostre giornate.
Cosa penso di Mike Portnoy che lascia i Dream Theater?
Nulla di che…
Ma adesso basta, che ho voglia di un po’ di bossa nova…
Ynet ha riportato che lunedì la Lega Antidiffamazione (ADL) ha criticato la rock star Roger Waters per il semplice fatto che parla della realtà.
Durante l’interpretazione di “Goodbye Blue Sky”, a Toronto, uno schermo proiettava le immagini di aerei che sganciavano bombe, all’interno di una stella di David, seguite dal simbolo del dollaro. Da notare che il filmato mostrava anche delle bombe all’interno di croci, mezzelune islamiche, e del logo di una compagnia petrolifera.
Diciamolo una volta per tutte: spesso gli artisti non hanno niente a che vedere con i nostri politici ‘liberali’ e corrotti, che, per qualche motivo, preferiscono tacere piuttosto che affrontare lo Stato ebraico.
La verità deve essere detta: Israele è lo Stato ebraico e, effettivamente, le bombe sganciate dagli aerei sono decorate con simboli ebraici, e quegli stessi aerei sono pilotati da Ebrei.
Abraham H. Foxman, Direttore Nazionale dell’ ADL, in un discorso ha affermato: “È un oltraggio che Roger Waters abbia scelto di fare la giustapposizione tra la stella di David e il simbolo del dollaro. Utilizzare tali immagini in un concerto trasmette un messaggio aperto all’interpretazione, e il significato potrebbe facilmente essere frainteso come giudizio sugli Ebrei e sul denaro”.
Il commento di Foxman mi lascia perplesso. Non c’è niente da interpretare: sono dati di fatto. Gli Stati Uniti finanziano Israele con almeno 7 milioni di dollari al giorno. Si tratta di un’enorme quantità di denaro, soprattutto se si pensa che è investita in bombe e fosforo bianco. Anche i crimini di guerra israeliani sono un dato di fatto. Consiglierei a Foxman di leggere il Rapporto Goldstone.
“Di sicuro, Waters ha tutto il diritto di esprimere le sue opinioni politiche sul conflitto israelo-palestinese attraverso la sua musica e le sue scenografie. Però, le immagini scelte, abbinate nella stessa sequenza, sono al limite dell’antisemitismo”, ha detto Foxman, che ha aggiunto: “Ci auguriamo che Waters abbia scelto altri modi per trasmettere le sue opinioni politiche, senza prendere in giro e riesumare l’antico e terribile stereotipo antisemita sugli ebrei e la loro presunta ossessione per la ricchezza”.
Vorrei dire un’altra cosa a Foxman e alla sua Lega Antidiffamazione: l’umanità si augura di vedere la fine del terrore imposto dallo stato ebraico nel nome degli Ebrei, Foxman incluso. Inoltre, vogliamo vedere la fine della pressione istituzionale ebraica, esercitata su troppi gruppi politici, partiti e governi occidentali.
Se Foxman è davvero preoccupato per l’antisemitismo, farebbe molto meglio ad analizzare le vere radici del problema, affrontando Israele e le sue lobby riguardo le loro politiche, e incoraggiando la comunità ebraica mondiale a fare la stessa cosa.
Il nuovo album dei Mars Volta è già pronto, mancano soltanto i testi e le linee vocali di Cedric, che per la prima volta avrà la possibilità di lavorare da solo, senza l’occhio super critico di Omar Rodriguez. Da una recente intervista a Rolling Stone, si scopre infatti che il multi-talentato chitarrista dei Mars Volta quando entra in studio diventa un vero dittatore. Ma la sua ultima esperienza come regista del film The Sentimental Engine Slayer (terzo lungometraggio di Rodriguez che ha partecipato di recente al festival di Rotterdam) gli ha aperto gli occhi. Certo, non passa giorno in cui non senta l’irrefrenabile desiderio di afferrare il telefono e chiamare il suo compagno di palco per sapere a che punto è con il lavoro, ma le cose sembrano davvero cambiate. Rodriguez è una mente instancabile, ha mille progetti. Ammette di aver lavorato, dal 2002 al 2007, ogni giorno dalle 11 del mattino alle 2 di notte. Ora ha voglia di prendersela calma, di fermarsi ogni tanto per una pausa e di giocare con il suo cane.
“I want to share experiences, instead of controlling and owning them. […] I want to move beyond that. I’ve had 10 years of being a dictator. From 2002 to 2007, I cannot tell you how unfun it must have been to be around me. I worked from 11 in the morning until 2 in the morning, no breaks, no going out for lunch, no days off. I drove an engineer mad. Another renounced me. I understand it now. And now, I stop, I eat lunch, I play with the dog, and I get four times as much done now than when I was choking it to death. Now I come back invigorated. I’m definitely happier.”
Ancora non si conosce niente di questo nuovo disco, né i titoli delle canzoni né quando uscirà di preciso. Forse dovremo aspettare il 2011. Nel frattempo Omar estrae dal suo cilindro un progetto dopo l’altro. L’ultimo è lo sperimentalissimo Tychozorente, che potete scaricare qui.
Tychozorente
Omar Rodriguez-Lopez
Studio Album, released in 2010
Songs / Tracks Listing
1. Los Siete Sermones A Los Muertos (04:07)
2. Polaridad (04:51)
3. La Paradoja Divina (03:02)
4. Contra Suspiros (03:00)
5. El Todo (04:40)
6. Piedras Y Ansiedad (06:03)
7. El Ritual Como Fin En Si Mismo (03:01)
8. Consecuencias (03:01)
In occasione dell’uscita a settembre del suo nuovo disco, Phil Collins concede un’intervista al pubblico italiano del Corriere. L’ho sempre considerato un grande musicista, ma devo ammettere che non mi ha mai convinto come uomo e questi miei dubbi rivengono confermati da questa moscia intervista. Tecnicamente forse più dotato di Peter Gabriel, Collins ha sempre fatto delle scelte di convenienza. La sua carriera solista è stata tutta in ascesa, ma solo dal punto di vista commerciale. A differenza dell’altro leader dei Genesis, che ha rischiato la bancarotta per portare avanti Womad, progetto che ha fatto convergere musicisti da tutto il mondo, Phil Collins ha sempre puntato sul sicuro. Ciononostante è davvero difficile volergli male, specialmente per un fan dei Genesis sfegatato come il sottoscritto.
Oggi questo blog ricorda un grandissimo che si è spento tre giorni fa. Ronnie James Dio, inconfondibile voce dei Rainbow (prima di una gloriosa carriera solista), ci ha lasciati il 16 maggio scorso a causa di un cancro allo stomaco. È la seconda rock star ad andarsene in poco più di un mese (ricordiamo Peter Steele).
Rest in peace, Ronnie… ti ricordiamo con Kill the King… ma i veri re non muoiono mai.
Mercoledì scorso all’età di 48 anni è morto Peter Steele, leader dei Type O Negative. La conferma arriva direttamente dal tastierista della band, Josh Silver. La causa del decesso sembrerebbe sia attacco cardiaco, ma non è stato ancora confermato. Secondo alcune voci Steele non stava bene già da qualche giorno.
Il cantante, famoso per la sua statura (2 metri e 01) e la sua voce cupissima, si era distinto nel panorama hard rock per la sua sensualità darkeggiante. Ottimi alcuni lavori della band, come ad esempio October Rust, dal quale è estratta la hit “My girlfriend’s girlfriend” del video qui sopra.
Un saluto affettuoso a questa bella icona del Rock.
Questo nuovo episodio di Rock City è ispirato a un’altra figura caratteristica degli anni settanta del genere progressive, Vincent Crane. Il tastierista e fondatore degli Atomic Rooster si distinse per il suo look darkeggiante, le sue lugubri atmosfere di piano (Death walks behind you) e le sue depressioni che lo portarono nel 1989 al suicidio.
QUARTO EPISODIO: Rooster Crane
Il concerto degli Abyss era terminato in un tripudio di urla di disperazione e pianti isterici. La band più “scura” di Rock City aveva lasciato il palco tra i rintocchi di campana della tenebrosa e bellissima “Funeral”, dopo un concerto di quasi tre ore. Per l’occasione il cantante e leader della band si era fatto rinchiudere in un cofano d’ebano posizionato al centro del palco. Un becchino smilzo e incappucciato scandiva il tempo del finale per solo piano conficcando dei lunghi chiodi d’acciaio nella bara. I quarantacinquemila dell’Arena Nord erano in estasi.
Ma a Rock City i concerti erano solo l’inizio dell’avventura notturna. La festa di solito continuava nei club e nei pub della città, tutti rigorosamente di proprietà delle major. Poi c’erano le feste private, anche se illegali, perché alla Dome Records e alla Dream Music non andava a genio che la gente si sballasse nelle proprie case con gli alcolici comprati al supermercato e le pasticche degli sciamani di strada. Ma nonostante il severissimo divieto, ogni sera vi erano centinaia se non migliaia di party liberi nella metropoli. Continua a leggere →
Terzo episodio della saga fantasy-rock di GM Willo, Rock City. Il racconto è liberamente ispirato alla figura di Ian Anderson, leader dei Jethro Tull. Buona lettura.
ROCK CITY – TERZO EPISODIO: Il Pifferaio delle Steppe
di GM Willo
Oltre le montagne si trova il deserto, ed una strada lunga e polverosa che taglia in due il continente. A sud di questa la vegetazione diventa selvaggia, le strade intricate, i villaggi sporadici e pieni di misteri. Laggiù i giovani sognano Rock City, mentre i vecchi siedono sui porticati a cantare vecchi pezzi blues. Laggiù tutto ha il suo tempo, tutto scorre lento, o forse non scorre affatto. Continua a leggere →
Mentre si aspettano le charts dei collaboratori di “Colony of Slippermen” per il 2009, ecco qui sotto una personalissima classifica del grande Mike Portnoy, batterista e autore dei Dream Theater. I venti album più belli della prima decade degli anni 2000 e le 10 migliori canzoni.
ALBUM
1. Muse – Absolution
2. Bigelf – Cheat The Gallows
3. Opeth – Blackwater Park *
4. Spock’s Beard – Snow
5. The Flaming Lips – At War With The Mystics
6. Endochine – Day Two
7. Beardfish – Sleeping In Traffic Pts 1&2
8. Metallica – Death Magnetic
9. Lamb Of God – Ashes Of The Wake
10. Peter Gabriel – Up
11. Between The Buried & Me – Colors
12. Machine Head – The Blackening
13. Wilco – Yankee Hotel Foxtrot
14. Slipknot – Vol 3: The Subliminal Verses
15. Pain Of Salvation – Remedy Lane
16. Coldplay – A Rush Of Blood To The Head
17. King Crimson – The Power To Believe
18. Weezer – Green Album
19. Porcupine Tree – Fear Of A Blank Planet
20. Mastodon – Crack The Skye
SONGS
1. Opeth – “The Baying Of The Hounds”
2. Spock’s Beard – “The Great Nothing”
3. Beck – “Lonesome Tears”
4. The Flaming Lips – “Do You Realize?”
5. Sixx AM – “Accidents Can Happen”
6. Keane – “Bedshaped”
7. Mastodon – “Capillarian Crest”
8. Muse – “Stockholm Syndrome”
9. Dillinger Escape Plan – “When Good Dogs Do Bad Things”
10. Bigelf – “Counting Sheep”
Willoworld é il mondo di GM Willo, menestrello virtuale, raccontastorie ed inventore di mondi. Da questa homepage dipartono tutti i suoi progetti in rete.
RADIO WILLO
Radio Willo 1 è la prima radio on-line di The Colony of Slippermen; progressive, pop raffinato e del buon metallo!
ROCK CITY
Rock City è una città immaginaria collocata ai tempi del vinile. All’interno di questo ipotetico scenario si muovono i personaggi classici del mondo del rock, tutti rigorosamente reinventati ed enfatizzati per l’occasione.
THE PATROLMAN
The Patrolman, una storia sporca ed ignorante di Massimo Mangani ispirata a Rock City.
COMPILATIONS
Ascolta tutte le compilatione della Owlrecords!
SUPERNOVA: Jethro Tull, King Crimson, Rush ecc...
SOME MISUNDERSTANDING: Soulsavoiurs, The Dear Hunter, Blackfield ecc...
EAGLE NEBULA: Atomic Rooster, Focus, Deep Purple ecc.
INCOHERENCE: Dream Theater, The Mars Volta, Tool ecc.
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