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4 ASSURDI WEBEPISODE AI TEMPI DI GOLIATH

1 Set

Quel pazzo di Omar Rodriguez, chitarrista tuttofare dei Mars Volta che se ne esce ogni mese con un progetto nuovo (vedi qui), giró quattro video per promuovere l’album Bedlam in Goliath, clips che peró non andarono mai in onda perché non soddisfacevano i criteri della casa discografica. Omar si era messo a filmare i membri della band in svariate occasioni, catturando scene surreali di follia quotidiana.

In un secondo tempo peró i video sono diventati dei piccoli cult della rete. Io ne conoscevo solo due, e oggi ho scovato gli altri. Li ripropondo tutti quanti in questo post. Buona visione e soprattutto, buon ascolto!

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GRAMMY AI MARS VOLTA

11 Feb

Primo Grammy Award per i grandi Mars Volta, come “migliore performance hard rock” con il pezzo Wax Simulacra (Bedlam in Goliath).

Una vittoria casalinga ad El Paso (la maggior parte dei membri della band è di lì) contro avversari del calibro di Judas Priest, Disturbed, Motley Crue.

Ovviamente i Mars sono immensi e la parata dei Gammy è la solita sciarada commerciale, però fa sempre piacere…

…avanti così!

AGADEZ

3 Dic

Agadez. Che cazzo significa?
La follia… ecco cosa significa. Sprofondare nel divano potrebbe essere una buona idea. Quando hai in circolo la roba giusta non ti rimane altro da fare…
Agadez, chi diavolo sei? Un dio? Un altro maledetto dio?
Non ce la faccio. Davvero non ce la faccio. Potrei raccontarvi di oggi pomeriggio. Il tempo di mietere un altro momento. L’incontro che non posso rivelarvi. Ho ucciso? Ho detto? Ho fatto? Agadez mi sta confondendo. È dentro di me. Sì, solamente adesso riesco a capire, ma è già troppo tardi. Scivola via la storia e non so ancora come finirà, non so neanche se c’è una storia. Agadez mi appartiene. Mi agguanta, chiede, urla, mi piega alla sua volontà.
Succede sempre così.
Succede sempre così!!
Dammi un’altra possibilità.
Gira ancora una volta la ruota.
Ma che stai facendo?
No
Noooooooooooooooooooooooo!

Ascoltando Agadez dei Mars Volta

UNA RECENSIONE DI MERDA!

26 Mar

Ecco il motivo perché reputo i critici musicali (ovvero quelli che affondano i dischi) delle meritevoli teste di c. Da oggi mi metteró a fare il recensore dei recensori!
Posso capire che non ti piaccia un disco, e allora fallo recensire da qualcun altro, o al massimo dagli un voto distaccato. Se il lavoro fa davvero pietà, specialmente a livello tecnico, è più che lecito farlo notare al lettore, ma in questo caso si tratta solo di pura espressione di negatività insorta da mancato feeling. Se non capisci qualcosa, il motivo potresti ricercarlo nei tuoi limiti!
Mio caro Antonio Vivaldi (che forse credi d’intenderti di musica a causa del tuo nome), solo la storia potrà darti pienamente torto. Io sono solo un fan sfegatato dei Mars Volta. Ma il tuo compito è informare, nella maniera piú oggettiva possibile.

THE MARS VOLTA
The Bedlam In Goliath / Universal
di Antonio Vivaldi

OK ALLA SPERIMENTAZIONE MA CHE NON SIA PUNITIVA…

Voto 2 (mediocre)

Ha scritto un commentatore statunitense: quello che i Mars Volta dicono in dieci minuti, i System Of A Down lo dicono in tre. Anche gli At The Drive-In (da cui i Mars Volta discendono) erano prolissi, ma la varietà di soluzioni rendeva vitali i loro suoni. Se è vero che The Bedlam In Goliath mischia più elementi (nevrosi metal, contorcimenti prog e ritmiche hardcore) è vero pure che nel giro di pochi minuti tutto quanto si fonda nel ronzio monocorde di un frullatore surriscaldato (fa eccezione la parentesi quasi melodica di Tourniquet Man). Peccato perché, a leggerla sul sito del gruppo, la genesi del disco è una storia godibile. Carica di inquietanti presagi e arcani messaggi.

RECENSIONE TRATTA DA LA REPUBBLICA XL

MARS VOLTA: Tilburg 6/3/2008

7 Mar

Ore venti e trentacinque. Le luci si spengono. Otto uomini salgono sul palcoscenico. Tutti pensano che si tratti dell’inizio di un concerto, ed invece…
Roulette Dares ci riporta indietro nel tempo, in quel “Comatorium” dal quale tutto ebbe inizio. Cedric afferra le note, distorcendole con strani effettacci. Si dimena, salta, balla, si aggrappa come un corvo spennacchiato all’asta del microfono.
Non è un cantante… è uno shamano.
Non è un concerto. È un sortilegio.

L’evocazione continua…
Omar gli è accanto. Muove le dita sulla chitarra con rabbia e precisione. L’incantesimo non può funzionare senza la sua magia.
E poi arrivano le prime note dello strepitoso Amputechture. Viscera Eyes è un inno al delirio. Il sax vibra, la chitarra distorce, mentre il batterista-urukhai-incazzato si dimena come un forsennato. La potenza del suono è impressionante. La ritmica devastante. Una massa compatta di vibrazione che incalza, investe, distrugge e fa rinascere.
La linea di basso muove il suo motivo sul finire del pezzo. Poi entra la litania di Cedric. L’evocazione va avanti, e ne avremo per ben tre ore!!!

Divagazioni, progressioni, improvvisazioni. Omar non sta fermo un minuto, mentre il suo compagno si muove come un indemoniato. Col microfono disegna dei simboli arcani nell’aria. Fa tutto parte del sortilegio. Il demone lo ha posseduto. Tutti quanti sugli spalti sono in preda all’incantesimo del delirio.
L’attacco di Tetragrammation è l’elevazione massima. Impossibile abbracciarla totalmente. Troppo potente. Troppo complessa. Magnifica!
E poi ci sono le perle dell’ultimo Goliath. Metatron, Agadez, Oroborous, Aberinkula, e quei tre minuti scarsi di pura devastazione concentrata di Wax Simulacra.

Sul finale l’incantesimo ha una divagazione acustica. L’attacco di Asilos Magdalena è da brividi. La bandiera messicana sul palco ci ricorda le radici della band. La voce di Cedric è innamorata, e vola leggera sopra l’arpeggio di Omar (vedi video sopra).
Siamo alla fine. Il delirio non poteva non chiudersi che con la bellissima Day of Baphomet.
Tre ore spaccate. Niente bis, perché è roba da ragazzi! No bullshit!
In assoluto il più grande fenomeno rock degli anni duemila!

THE BEDLAM IN GOLIATH: QUALCOSA DI TRAVOLGENTE!

25 Gen

themarsvolta1.jpg

Volevo parlare di Goliath, recensirlo come si apprestano a fare centinaia di giornalisti rock. Ma io non sono un giornalista, e questa non è una pagina di recensioni. Vorrei parlarvi di Goliath in un’altra maniera. Descrivervi la luce accecante di questa luna piena, nella fredda notte del nord, il modo in cui mi ipnotizza, mentre mi sparo in testa questo disco. L’attacco di Aberinkulas stordisce, ma poi Cedric ce la canta alla sua maniera con la bellissima Metatron.
L’album fila via, ed è un immersione totale. Al contrario del precedente Amputechture, si percepiscono meno i singoli eventi. Per essere chiari, non c’è un altro delirio stile Tetragrammation. Tutto l’album è una sorta di mood, il mood affascinante e distruttivo della band californiana. Una sicurezza!
Wax Simulacra: in poco piú di due minuti si concentra tutta la straordinaria follia/magia della band. Cavallettas è un vero e proprio vaneggiamento sonoro, con un attacco che ricorda addirittura le sonorità black metal, e si defila poi attraverso i classici ritmi incalzanti di basso. Omar schitarra a destra e a sinistra come un indemoniato. Agadez * è l’appuntamento con l’emozione. Accattivante la linea vocale, a cavallo del solito mood.
La luna mi osserva ed è cosí piena che sembra sul punto di esplodere. La musica è in circolo, tutto va bene! Il viaggio continua fino a toccare momenti indecodificabili, come Soothsayer. C’è sapore di voodoo e altre diavolerie. La tavoletta Ouija ci ha ipnotizzati; non ci rimane altro da fare che sotterrarla, e sperare che la maledizione non ci rimanga attaccata. Il finale è nelle mani di Conjugal Burns. Il sax stride, Cedric urla, Omar stordisce le sei corde, e ci si avvia verso il finale.
Qualcosa di travolgente!

*Il pezzo linkato é dal vivo.

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